Curiosità

Donna Prassede, chi è la moglie di don Ferrante nei Promessi Sposi

La donna che accoglie a casa sua Lucia una volta libera dall’innominato

Vediamo chi è Donna Prassede, la nobile milanese che ospita a casa sua Lucia dopo la prigionia nel castello dell’Innominato. Il criminale, dopo aver incontrato il cardinal Borromeo, si era convertito e da qui conseguì la liberazione di Lucia, nel capitolo XXV del romanzo.

 

Chi sono Donna Prassede e don Ferrante

 

Ne ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni, leggiamo di una nobildonna milanese e del marito don Ferrante. Dopo la liberazione dalla prigionia dell’Innominato nel suo castello, il capitolo XXV racconta della conversione del bandito dopo l’incontro con il cardinale Borromeo. I coniugi vivono in un piccolo paese non distante da dove Lucia e la madre Agnese sono ospiti del sarto.

Manzoni descrive la donna come una persona molto bigotta, che crede di aiutare il prossimo ma non ha alcuna propensione alla carità. Per tale ragione si irrita spesso, volendo intervenire in fatti altrui che non la riguardano. A tal proposito, Donna Prassede usa sistemi ingiusti o poco leciti, imponendo le sue opinioni a persone che non le chiedono aiuto e neppure il suo parere, apparendo al lettore come un personaggio invadente e falso.

 

La falsità e la curiosità nei confronti di Lucia

 

La storia di Lucia suscita un interesse generale nei dintorni e Donna Prassede vuole conoscere la ragazza a tutti i costi. Un giorno manda quindi una carrozza all’abitazione del sarto per condurla nella propria casa di vacanza. Lucia esita, ma l’uomo convince sia lei che la madre Agnese a raggiungere la nobile. Le due donne arrivano all’abitazione dell’aristocratica per conoscersi e Lucia riceve la proposta di trasferirsi nella residenza di Milano per aiutare nelle faccende domestiche.

Qui sarebbe fuori pericolo dalle cattiverie di don Rodrigo, esaudendo il volere del cardinale Borromeo che desidera mettere Lucia al sicuro. Madre e figlia, non avendo altre alternative, decidono di accettare e, separandosi, Lucia si trasferisce a casa della nobildonna a Milano, come descritto nel capitolo XXVI. Vi rimane fino all’inizio dell’epidemia della peste del 1630, quando Renzo la cerca proprio in casa di Donna Prassede. Purtroppo, viene a sapere che Lucia si è ammalata e che si trova al lazzaretto.

 

La permanenza infelice di Lucia ospite a Milano

 

Durante il soggiorno di Lucia, Donna Prassede si convince che la ragazza sia su una cattiva strada, essendo promessa sposa di Renzo Tramaglino, ricercato dalla legge. Nel capitolo XXVII assistiamo ai numerosi tentativi della nobile di far dimenticare a Lucia il fidanzato, spiegandole che è uno sposo sconveniente per i suoi problemi con la giustizia. Oltre a ciò, le ricorda continuamente che lui si trova molto lontano, ma ottiene l’effetto contrario. A questo punto del romanzo, Alessandro Manzoni osserva con amara ironia che l’aristocratica intenderebbe teoricamente aiutare il prossimo.

Ci spiega anche che Donna Prassede è madre di cinque figlie, tre delle quali monache e due sposate, e che si intromette con invadenza e senza motivo anche nelle faccende dei monasteri che non la riguardano. È una persona autoritaria nella propria casa, senza alcun garbo, soprattutto nei confronti dei domestici, che comanda come schiavi. Eppure, deve trovare compromessi con il marito don Ferrante, che invece non intende comandare nessuno e tantomeno ubbidire. Solo nel capitolo XXXVII Manzoni racconta della morte dell’aristocratica per la peste, aggiungendo con sarcasmo: “quando si dice ch’era morta, è detto tutto”.

 

 

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