Chi è Andrea Sempio e perché il suo nome è tornato al centro delle indagini

Serena Comito

A quasi vent’anni dal delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, la vicenda si arricchisce di un nuovo capitolo. Andrea Sempio, un nome già emerso in passato, è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi.

La notizia, riportata in esclusiva dal Tg1, ha riacceso i riflettori su uno dei casi più discussi della cronaca italiana. Ma chi è Sempio e perché la sua posizione è stata riesaminata?

Chi è Andrea Sempio e perché torna sotto i riflettori?

Andrea Sempio, 37 anni, all’epoca dei fatti era un amico di Marco Poggi, il fratello minore di Chiara. Frequentava abitualmente la casa della famiglia Poggi e conosceva bene la vittima.

Il suo nome era stato già accostato al caso nel 2016, quando i legali di Alberto Stasi avevano commissionato una consulenza genetica indipendente. Secondo quella perizia, il DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara mostrava una presunta compatibilità con quello di Sempio.

Tuttavia, nel 2017, il giudice per le indagini preliminari archiviò il fascicolo, ritenendo le accuse poco fondate. La pista fu liquidata come un tentativo della difesa di Stasi di proporre un colpevole alternativo.

Oggi, però, la Procura di Pavia sembra pensarla diversamente.

Perché la Procura ha riaperto il caso?

Non è ancora chiaro quali nuovi elementi abbiano spinto gli inquirenti a riconsiderare la posizione di Sempio, ma il Tg1 ha confermato che l’uomo ha ricevuto un nuovo avviso di garanzia.

L’ipotesi di reato è omicidio in concorso, il che significa che la Procura non esclude il coinvolgimento di più persone nel delitto. Tra queste, potrebbe esserci lo stesso Alberto Stasi, che sta terminando di scontare la condanna a 16 anni nel carcere di Bollate.

A breve, Sempio dovrà sottoporsi a un nuovo prelievo di DNA, che sarà confrontato con le tracce biologiche raccolte sulla scena del crimine.

Le telefonate sospette e un alibi che non convince

I sospetti su Andrea Sempio non sono una novità. Già all’epoca, alcuni elementi fecero emergere delle perplessità:

  • Le chiamate inspiegabili – Nei giorni precedenti al delitto, Sempio effettuò diverse telefonate verso la casa dei Poggi. Alcune durarono solo pochi secondi. Il dettaglio curioso? Continuò a chiamare anche quando il fratello di Chiara era già partito per le vacanze, lasciando la ragazza da sola.
  • L’alibi incerto – Inizialmente, Sempio dichiarò di trovarsi in una libreria a Vigevano la mattina dell’omicidio. Tuttavia, si scoprì che quel giorno la Feltrinelli era chiusa. In seguito, presentò lo scontrino di un parcheggio, conservato per oltre un anno e in condizioni perfette, come prova della sua presenza in città.

Oggi, Sempio lavora in un negozio di telefonia in un centro commerciale. Il suo avvocato, Massimo Lovati, ha riferito che il suo assistito è sconvolto dalla notizia.

Cosa succederà adesso?

Le prossime settimane saranno cruciali. Gli esperti analizzeranno i reperti raccolti nel 2007 con strumenti forensi più avanzati.

Parallelamente, la famiglia Poggi ha scelto di costituirsi parte civile, manifestando piena fiducia nel lavoro della magistratura.

Come fu uccisa Chiara Poggi?

La ricostruzione ufficiale del delitto è ormai nota. Il 13 agosto 2007, Chiara aprì la porta di casa a qualcuno che conosceva. L’assassino la colpì con un oggetto contundente – mai ritrovato – e la lasciò senza vita sulle scale.

A scoprire il corpo fu proprio Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, che chiamò i soccorsi con una frase diventata celebre:

“Credo che abbiano ucciso una persona, ma non ne sono sicuro.”

I dubbi su di lui emersero quasi subito. C’erano dettagli che non quadravano:

  • Scarpe pulite – Stasi dichiarò di essere entrato in casa e di aver visto il corpo di Chiara, ma le sue scarpe non avevano tracce di sangue, un particolare che gli inquirenti ritennero sospetto.
  • Il sapone – Sul dispenser del bagno del piano terra venne trovato solo il suo DNA, non quello dei familiari, suggerendo che Stasi lo avesse usato per lavarsi dopo il delitto.
  • La bicicletta – Una delle bici sequestrate risultò modificata nei pedali, come se qualcuno avesse cercato di nascondere delle prove.

Alla fine, i giudici ritennero che fosse stato lui a uccidere Chiara, probabilmente dopo un litigio legato alla scoperta di materiale pornografico sul suo computer.

Oggi, Stasi lavora all’esterno del carcere di Bollate e si prepara a tornare in libertà nei prossimi anni, grazie alla buona condotta.

Il caso Garlasco potrebbe riaprirsi?

Anche se Alberto Stasi resta, per la giustizia, l’unico colpevole, il procedimento potrebbe cambiare direzione se emergessero prove schiaccianti a favore della sua innocenza.

In Italia, infatti, una condanna definitiva può essere revisionata se si trovano elementi nuovi e rilevanti.

Tutto dipenderà dagli esiti delle nuove indagini.

Il delitto di Garlasco è rimasto per anni un caso chiuso. Ora, però, il suo epilogo potrebbe non essere definitivo.

Se il DNA sotto le unghie di Chiara Poggi fosse davvero quello di Andrea Sempio, si aprirebbe un nuovo capitolo. Se invece le analisi non confermassero nulla di concreto, l’ipotesi che il vero colpevole sia ancora Stasi rimarrebbe l’unica accreditata.

Sarà la scienza, ancora una volta, a scrivere l’ultima parola su questa vicenda.

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