In Italia quando pensiamo al termine “olio” pensiamo automaticamente a quello di oliva.
Anzi, al massimo pensiamo all’olio di semi utilizzato per friggere; oppure a quello motore, utilizzato per far funzionare correttamente la nostra automobile. Con l’arrivo di internet e l’esplosione della globalizzazione anche prodotti come l’olio di cocco per cucinare o gli oli essenziali per profumare sono diventati progressivamente più popolari.
Fortunatamente ci sono oli diversi, che possono avere utilizzi in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. Tra questi il più famoso è senza dubbio l’olio al cbd, ovvero oli essenziale con alta concentrazione di CBD: un potente principio attivo del tutto naturale che ha un grande numero di effetti benefici.
L’olio in questione può essere consumato in diverse maniere: dall’utilizzare un Tinymight all’uso topico per profumare gli ambienti. Gli effetti, chiaramente, vengono più o meno potenziati in base all’utilizzo che ne fa.
Quali sono questi portentosi effetti di cui parliamo? Oggi li andremo a scoprire insieme all’interno di questo articolo.
Abbasso il dolore
La storia parla chiaro: la cannabis (la pianta da cui si estrae il principio attivo CBD) è stata utilizzata per le motivazioni più disparate oltre 2500 anni fa. Probabilmente, all’epoca, era utilizzata anche in virtù dei suoi effetti lenitivi.
Questo è possibile per un motivo ben preciso che i nostri antenati non potevano sapere ma che avevano felicemente intuito: il sistema endocannabinoide. Questo sistema è un componente del corpo umano che è legato a tutta una serie di funzioni diverse: dal sonno all’appetito, passando per il sistema immunitario e la comunicazione intracellulare.
Il sistema endocannabioide sostanzialmente permette alle cellule di comunicare tra di loro in maniera efficace attraverso l’utilizzo di neurotrasmettitori e recettori: il CBD va proprio a influenzare questo. Andando a modificare la permeabilità dei recettori ad alcuni neurotrasmettitori invece che ad altri, il CBD permette di diminuire il dolore e migliorare le sensazioni positive.
Ansia, arrivederci!
Proprio attraverso questo incentivo continuo alle sensazioni positive e allo scacciare continuamente quelle negative, il CBD ha la capacità di mitigare ampiamente gli effetti negativi dell’ansia andando a diminuire nella pesantezza i disturbi legati a questo genere di sensazione.
L’ansia, tra le altre cose, è solo il più noto dei problemi legati allo spettro della mente che il principio attivo CBD mitiga. Ci sono studi che suggeriscono la capacità del principio attivo di mitigare anche le psicosi, andando ad aiutare persone con schizofrenia o altre gravi sindromi della salute mentale.
Può aiutare il corpo ad affrontare il cancro
Diverse ricerche scientifiche hanno suggerito come il CBD sia in grado di aiutare il corpo ad affrontare il cancro grazie ad effetti antiproliferativi, indispensabili per rallentare o azzerare la proliferazione di cellule tumorali.
Uno dei grandi vantaggi dell’utilizzare il CBD come principio attivo invece di altre sostanze o farmaci è la sua a tossicità, ovvero l’assenza di effetti collaterali. Il CBD, in sostanza, riduce la capacità delle cellule tumorali di produrre energia, potenzia l’effetto del sistema immunitario che uccide le cellule tumorali e impedisce la proliferazione delle stesse: non male per un singolo principio attivo.
Nausea? No grazie!
Per secoli la cannabis è stata utilizzata come rimedio per vomito e nausea e gli studi recenti fatti sugli animali sottolineano che in questa pratica c’è sempre stato un fondo di verità.
Nausea e vomito vengono controbilanciato dall’alterazione dell’equilibrio nel sistema endocannabinoide provocata dal CB, anche se sono necessari studi ancora più precisi per capire i dosaggi da utilizzare per poter sfruttare al massimo questo vantaggio.
Combatte l’infiammazione
Il CBD è uno dei principi attivi più potenti in circolazione se parliamo di effetti anti infiammatori. Secondo gli studi scientifici questo principio attivo è in grado di mitigare le risposte immunitario di carattere infiammatorio.
Questo è ciò che rende il CBD un principio attivo potenzialmente risolutivo specie per le malattie autoimmuni, ovvero per tutti quei disturbi dove il sistema immunitario attacca il suo stesso corpo in un malfunzionamento generalizzato.
Amico del sistema circolatorio
Secondo degli studi realizzati dal British Journal Of Clinical Pharamacology durante il corso del 2013, il CBD è in grado di migliorare la salute cardiovalscolare del corpo umano.
Secondo i dati raccolti un consumo attento e misurato di tale principio attivo permette di proteggere il corpo dai danni vascolari causati da un elevato quantitativo di glucosio in circolo, da eccessive infiammazioni o da diabete di tipo 2.
Questo suo ruolo positivo per il sistema circolatorio rende la sostanza anche molto utile per trattare l’iper-permeabilità vascolare, una condizione che porta alla fastidiosa sindrome da permeabilità intestinale.
Permette di trattare l’artrite reumatoide
La potente capacità anti infiamatoria del CBD lo rende uno strumento particolarmente interessante nel caso di artrite reumatoide, una malattia particolarmente dolorosa.
Questa sensazione sgradevole, altrimenti continua e spesso cronica, può essere mitigata dagli effetti anti infiammatori e rilassanti, senza considerare che grazie all’assunzione di CBD è possibile proteggere il proprio corpo dai danni gravi alle articolazioni grazie a una diminuzione della progressione della malattia.