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Economia

Confesercenti: E-Commerce affonda i negozi fisici

Confesercenti, l’associazione italiana di categoria che rappresenta le imprese dei settori commercio, turismo e servizi, ha recentemente pubblicato un rapporto che mette in luce l’impatto negativo dell’e-commerce sulle attività commerciali tradizionali. Secondo il rapporto, il continuo aumento degli acquisti online ha determinato una significativa diminuzione del numero di negozi fisici presenti sul territorio italiano, con conseguente perdita di posti di lavoro e riduzione dell’offerta commerciale a disposizione dei consumatori. Il fenomeno dell’e-commerce, che ha vissuto una forte accelerazione durante la pandemia di Covid-19, sembra essere destinato a incidere sempre più sulle abitudini di acquisto dei consumatori e sulle strategie di sviluppo delle imprese. In questo contesto, è importante comprendere le sfide che le attività commerciali tradizionali dovranno affrontare per restare competitive e prosperare nel futuro.

L’emergenza pandemica e le restrizioni imposte dai Governi per il Covid spingono le vendite online e affondano quelle di negozi fisici e supermercati.

Anche la crisi dei consumi sta mettendo in grave difficoltà l’intero settore del commercio al dettaglio.

È quanto messo in evidenza da un’analisi di Confesercenti, secondo le cui stime sono circa 70.000 i negozi fisici che potrebbero abbassare la serranda nel 2021.

Confesercenti, crescono le vendite online

Come riporta l’analisi di Confesercenti, nel primo bimestre del 2021, gli acquisti presso la GDO e le piccole superfici si sono ridotti, del 3,8 e del 10,7%, mentre le vendite online sono aumentate del 37,2%.

A partire dal mese di ottobre 2020 le vendite sul canale online hanno subito un incremento.

La crescita è stata innescata a seguito delle restrizioni e dell’adozione delle misure necessarie volte a contrastare la seconda e la terza ondata del contagio.

Contestualmente all’incremento delle vendite telematiche c’è stata la netta riduzione delle vendite nei canali tradizionali (negozi fisici).

Si tratta di un’evoluzione già osservata in occasione del primo lockdown del biennio 2020.

L’erosione delle quote di mercato a vantaggio dell’e-commerce unitamente alla crisi dei consumi sta mettendo in grave difficoltà l’intero settore del commercio al dettaglio.

Secondo l’analisi di Confesercenti sono a rischio ben 35.000 negozi fisici collocati all’interno delle gallerie e dei centri commerciali.

Una delle cause principali di questa terribile previsione è l’obbligo di chiusura nel weekend.

Tale divieto genera una perdita di almeno 1,5 miliardi di euro per ogni weekend e si traduce in un netto vantaggio competitivo per il canale online.

Boom di vendite online: in quali settori?

Ma non solo: anche il settore dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici ha registrato un aumento delle vendite online, con un’attenzione particolare per i prodotti di informatica, gaming e home entertainment. Inoltre, il settore della cosmetica e della cura del corpo ha visto un significativo incremento delle vendite online, grazie alla maggiore attenzione che i consumatori hanno dedicato alla cura della propria salute e del proprio benessere durante la pandemia.

Anche i beni di largo consumo, come gli alimentari, sono stati oggetto di un aumento delle vendite online, con la nascita di numerosi servizi di consegna a domicilio. In generale, il boom dell’e-commerce ha interessato molti settori e sembra destinato a continuare a rappresentare una fonte di crescita per le imprese che sapranno adeguarsi alle nuove esigenze dei consumatori.

Le restrizioni e i lockdown imposti dal Governo hanno fatto del settore della ristorazione a domicilio uno dei comparti trainanti del boom dell’e-commerce.

Anche le vendite online nell’abbigliamento da donna e da uomo, ma anche negli accessori moda e per lo sport sono cresciute vertiginosamente.

Con l’incremento del ricorso alla DAD e al telelavoro, anche le vendite di oggetti di tecnologia sono incrementate vertiginosamente.

Anche per l’anno 2021 lo shopping online non è più soltanto una scelta ma una vera necessità.

Si tratta di un trend confermato dal numero crescente dei nuovi “web shopper”.

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