Economia, crollo senza fine per gli impieghi precari

Daniela

Economia precari

L’economia mondiale sta affrontando una crisi senza fine per gli impieghi precari. Negli ultimi anni, il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli mai visti prima, mentre il numero di lavoratori precari, come quelli a contratto a termine o a chiamata, continua a crescere.

Questa tendenza preoccupante ha generato un impatto negativo non solo sui lavoratori, ma anche sull’economia globale nel suo insieme. A fronte di questa sfida economica, gli esperti cercano di capire come risolvere il problema degli impieghi precari e creare un ambiente lavorativo più stabile e sostenibile per tutti. In questo contesto, si pone la domanda: come si può invertire la tendenza al crollo degli impieghi precari e garantire una maggiore sicurezza economica per i lavoratori?

L’analisi dell’INPS

L’osservatorio INPS sul lavoro precario ha rilevato che la differenza tra l’ammontare delle assunzioni e le cessazioni nel 2020 ammonta, secondo l’ultimo conteggio fatto a dicembre, a 660.000 lavoratori in meno rispetto al 2019. Il dato è il risultato di una crescita per i nuovi contratti a tempo indeterminato che sono aumentati di 259.000 unità e di un calo notevole e generalizzato per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali. Per queste ultime si è rilevato un -919.000 lavoratori in meno al 31 dicembre.

Economia, crollo del lavoro precario. C’è sempre meno lavoro

L’economia globale sta attraversando un periodo di profonde trasformazioni, che stanno portando a un crollo del lavoro precario. Il lavoro precario, ovvero quel tipo di lavoro che non garantisce una stabilità a lungo termine e che spesso viene retribuito con salari bassi, è sempre meno presente nel mercato del lavoro. Questo trend può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la digitalizzazione, l’automazione e la globalizzazione.

In particolare, è evidente un’ intensa contrazione dei contratti di lavoro a termine che totalizzano 493.000 unità in meno. I dati tengono conto del blocco dei licenziamenti deciso dal Governo per fronteggiare l’emergenza Covid. Entrando nel dettaglio, il saldo su base annua a dicembre dei rapporti di lavoro in essere nel settore del commercio, della ristorazione e dell’alloggio totalizza un saldo negativo a dicembre di 370.346 unità in meno. Con crollo in particolare per i contratti stagionali e temporanei che si riducono di 452.387 unità.

La crescente automazione, in particolare, sta portando alla scomparsa di molte professioni tradizionali e alla nascita di nuove professioni altamente specializzate. Tuttavia, ciò ha anche creato nuove opportunità di lavoro per coloro che hanno le competenze necessarie per svolgere queste nuove professioni. Mentre il crollo del lavoro precario può essere un fenomeno positivo per i lavoratori, è importante che i governi adottino politiche pubbliche che favoriscano la creazione di posti di lavoro stabili e di qualità, al fine di garantire la prosperità economica a lungo termine.

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