Dal mondo

La guerra si gioca anche sul web. Mosca blocca l’accesso a Facebook e Twitter

La guerra in corso tra Russia e Ucraina non si sta giocando solamente nelle strade, ma anche sulla rete. Come accade fin dalla loro nascita, i social network si stanno rivelando anche in questo caso un potentissimo strumento per veicolare notizie e documentare in tempo reale tutto ciò che avviene durante il conflitto, superando le censure operate dai governi interessati. Del resto è quello che sta avvenendo anche in questi giorni, dove ciò che non può essere mostrato dai media tradizionali viene ripreso e condiviso dalla gente comune o addirittura da chi è impegnato in prima persona nella difesa del territorio ucraino.

Una situazione a cui Mosca sta già provando a rimediare, rispondendo con il blocco o la limitazione dell’accesso alle principali piattaforme social per i cittadini russi. Ad essere bloccato per primo è stato Twitter, il social network che più di tutti viene utilizzato in situazioni di guerra per condividere notizie e video amatoriali in tempo reale. Poi è toccato a Facebook, meno utilizzato dai cittadini russi, ma pur sempre strumento a cui la popolazione (interna ed estera) ricorre per contrastare la propaganda governativa.

E proprio i social si stanno rivelando, dopo le piazze, lo strumento principale per esporre il dissenso e la vicinanza a chi sta combattendo per difendere la propria terra e la propria vita. Si sta mobilitando la gente comune, ma anche le celebrità che possono contare su account seguiti da decine di milioni di utenti, una cassa di risonanza di portata globale. Solamente pochi giorni fa era stato il fuoriclasse polacco del Bayern Monaco Robert Lewandowski ad annunciare in prima persona sui propri social che la sua nazionale si sarebbe rifiutata di giocare lo spareggio per i mondiali contro la Russia, anticipando di fatto la decisione della Fifa di escludere quest’ultima da ogni competizione internazionale. O ancora il caso dei fratelli ucraini Vitalij e Volodymyr Klycko, due autentiche leggende del pugilato mondiale che nei giorni scorsi hanno rimbalzato sui social di tutto il mondo dopo l’annuncio del loro volontario arruolamento nelle forze armate per combattere in prima linea al fianco dell’esercito.

Una guerra che si sta perciò evolvendo anche in rete, con un contrapposizione piuttosto netta tra il tentativo di Mosca di controllare il più possibile l’informazione, e il tentativo del popolo di organizzare il dissenso e mostrare a più persone possibili gli orrori che stanno andando in scena nelle strade delle città ucraine.

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