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Chi è George Pell, controverso cardinale australiano? Vaticano, condanna, com’è morto

Il cardinale australiano George Pell, ex prefetto della Segreteria per l’Economia della Chiesa Cattolica, è deceduto all’età di 81 anni. In precedenza, aveva fatto fronte a un processo per accuse di abusi sessuali ed era stato condannato a 6 anni di reclusione per pedofilia. Tuttavia, era stato recentemente prosciolto dall’accusa. Prima di entrare nella Chiesa Cattolica, Pell era stato un avvocato e un membro del parlamento australiano. Si è spento lasciando un grande segno nel mondo della Chiesa cattolica.

Gli abusi e la condanna

Cardinale George Pell, ex prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, fu accusato nel 2017 di abusi sessuali su due tredicenni, all’interno di una sacrestia in Australia. L’episodio risaliva a diversi decenni prima. Pell lasciò Roma ed ebbe il permesso di tornare a Sydney, nello stato del Victoria, per affrontare le accuse. Nel 2018 la Corte dello Stato del Victoria lo condannò a sei anni di prigione. La sentenza venne confermata anche in appello e così lui fu costretto a scontare la pena in carcere. Tuttavia, nel 2020, la Corte Suprema australiana ha deciso, all’unanimità, di proscioglierlo dalle accuse e di rilasciarlo immediatamente. Successivamente a questa sentenza, il cardinale Pell è stato assolto definitivamente dalle accuse.

Biografia di George Pell

George Pell è nato a Ballarat, in Australia, l’8 giugno 1941 da George Arthur Pell, e una donna cattolica di origini irlandesi, Margaret Lillian Burke. La sorella, Margaret, è una famosissima violinista della celebre Melbourne Symphony Orchestra. 

L’uomo, era un prelato cattolico australiano che aveva ricoperto la carica di arcivescovo di Sydney, diventando così il vescovo più importante dell’Australia. Nel 2013 venne convocato a Roma da Papa Francesco per occupare un importante ruolo nella Curia Romana, ove era stato nominato segretario per l’Economia, con il compito di vigilare sulla finanza della Chiesa. Purtroppo, nel 2017 la polizia australiana aprì le indagini su di lui con l’accusa di abusi su minori. Pell era già stabile a Roma in quel momento, ma decise comunque di tornare in Australia per affrontare il processo, e fu condannato a sei anni di reclusione per aver stuprato due chierichetti nel 1996, quando era arcivescovo di Melbourne. La sua condanna venne poi ribaltata dalla Corte Suprema australiana nel 2020.

Il processo

Nel 2020, l’Alta Corte ha ribaltato completamente la sentenza nell’ultimo grado di giudizio, assolvendo Pell da tutti i suoi accusatori. La Corte ha sostenuto che la condanna era troppo basata sulle testimonianze di uno dei due ex chierichetti accusatori, senza considerare le altre prove che avrebbero potuto scagionarlo. Inoltre, l’Alta Corte ha sottolineato che non c’erano elementi sufficienti a supportare le accuse e che non esisteva una prova convincente a sostegno della condanna. Dopo l’assoluzione da tutti gli accusa per abuso sessuale, il cardinale Pell è tornato a Roma ma non ha più ricoperto alcun incarico. La sua figura rimane tuttavia molto controversa poiché, durante i suoi anni come guida della chiesa australiana dal 1990 al 2000, viene accusato di aver coperto numerosi casi di pedofilia da parte di membri della Chiesa. In seguito a complicazioni da intervento chirurgico all’anca, Pell è morto nel 2023.

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