Funerale green: scegliere una bara biodegradabile
Come si organizza un funerale? La celebrazione funerale è uno dei momenti più tristi e più commemorativi, in quanto si omaggia con un ultimo saluto le persone a noi care. Tuttavia, come tante altre cerimonie, anche il funerale richiede un dispendio di energie fisico-mentali e di risorse monetarie per un’organizzazione ad hoc.
Perché si organizza un funerale green?
Negli ultimi anni, l’interesse per la sostenibilità ambientale prende sempre più vigore, tanto che si è esteso a circostanze che mai avremmo immaginato prima. Tra queste rientra, appunto, l’organizzazione di un funerale in stile green. La questione di ricorrere ad una soluzione alternativa a quella tradizionale è incentivata, soprattutto, dalla scelta delle bara. Fino a poco tempo fa, il mercato funebre era limitato a un catalogo di feretri, che in seguito alle dovute analisi di laboratorio, sono risultati essere estremamente nocivi per l’ambiente.
Infatti, per la realizzazione delle bare tradizionali non solo si eccede nel consumo di ingenti quantità di legname, ma si fa ricorso anche al processo di verniciatura, il quale si è rivelato essere di grande impatto ambientale. Infatti, le sostanze coloranti, che si utilizzano per questa finitura, nel corso del tempo rilasciano delle particelle nocive per la salute. Sia che il rito culmini con la sepoltura nel terreno sia che si concretizzi con la cremazione, questi pulviscoli – rilasciati dalle lacche utilizzate – si condensano e si spostano rispettivamente attraverso il suolo e l’aria. E tutto ciò che passa attraverso questi canali naturali inevitabilmente arriva a noi e alla nostra salute.
Come si organizza un rito funebre ecologico?
Tra le tante motivazioni che spingono alla scelta ecologica del rito funebre, la tutela della propria salute è una delle più importanti. Alla base dell’organizzazione per la funzione funebre green rientra, innanzitutto, l’acquisto di una bara biodegradabile. Essa deve essere realizzata con fibre di legno che non siano sottoposte a trattamenti chimici- coloranti. In primis, in questa categoria di legno rientra il cartone riciclato e la cellulosa. In secondo luogo, se si desidera dare al proprio defunto una bara di qualità più consistente si può optare per il legno di bambù o di vimini. Questi materiali hanno come marchio il rispetto per la salute e per l’ambiente, in quanto al termine del loro breve ciclo di vita non rilasciano nessuna presenza tossica né nell’aria né nel suolo.
Il progetto “Il seme che rinasce”
Attualmente, il progetto ecologico “il seme che rinasce”, nonostante debba la sua origine alle brillanti e ingegnose menti italiane, è ampiamente diffuso nei paesi anglosassoni, dove il patrimonio culturale ereditato, non soffoca l’esigenza contemporanea di sperimentare soluzioni non solo innovative, bensì anche vantaggiose. In questo contesto, si afferma sempre più la pratica di creare un involucro a forma di uovo, realizzato con cellulosa. All’interno di questa “capsula” si depone il corpo defunto, anch’esso rivestito di tessuti biodegradabili. La sepoltura avviene in profondi solchi di un terreno fertile. In questo modo – ultimata la decomposizione – la persona a noi cara, oramai seme, rinasce in un germoglio verde, un fiore o una pianta.