Alessio Costantini, è stato per anni responsabile del circolo di Roma del partito estremista Forza Nuova e, nel 2016, candidato consigliere nella lista civica Patria Iorio Sindaco. Per anni, ha guidato in concomitanza con altre figure, le operazioni del partito romano, alcune delle quali balzate agli onori della cronaca.
Contro ogni valore della famiglia gay e le loro unioni civili, nel giugno del 2014 è stato uno dei protagonisti della Marcia per la Famiglia; nello stesso giorno in cui, sempre lungo le strade romane, si teneva il gay pride. Una manifestazione conservatrice legata alla famiglia tradizionale che remava contro ogni possibilità di un’apertura sociale verso i diritti degli omosessuali. Una guerra totale che nella notte del 13 maggio 2016 vide il suo punto massimo, con un blitz vero e proprio. A 48 ore dall’approvazione della legge sulle unioni gay infatti, tre azioni di protesta videro coinvolto Alessio Costantino insieme alle figure più rilevanti del partito.
Blitz al gay center
La prima, fu quella di srotolare uno striscione in Piazza del Campidoglio con su scritto “Unioni Civili: la perversione non sarà mai legge”; poi hanno attaccato sulla porta di una delle sedi del PD, un cartello che recitava le stesse identiche parole. Infine, hanno fatto irruzione al Gay Center, nel quartiere romano di Testaccio. Un blitz pacifico che ha visto il leader urlare più volte :” Le unioni civili non saranno mai legge. L’unica famiglia è madre, padre e figlio, avete capito?”
Processo e chiusura di Facebook e Instagram
Oltre alle attività legate ad ideologie di estrema destra, Alessio Costantini è stato processato insieme ad altri sette militanti di FN con le accuse di violenza sessuale su una militante, per pestaggio e per istigazione all’odio razziale. A seguito delle manovre di partito e alle accuse, anche Facebook e tutti i canali social, hanno preso una posizione chiara e netta oscurando e chiudendo le pagine di Forza Nuova Roma e gli account dei maggior esponenti del partito.
