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Tecnologia

In che modo l’apprendimento automatico può aiutare l’industria dei videogiochi?

Guardando certi film di fantascienza ci immaginiamo l’AI sotto forma di robot umanoidi che interagiscono con l’uomo nei modi più diversi, e siamo portati a credere che questo sia uno scenario lontano. Senza renderci conto che in realtà, l’AI è molto diversa, e sta con noi già adesso.

AI e apprendimento automatico

Uno dei settori principali dell’applicazione dell’AI è quello dell’automazione per le operazioni più ripetitive, che trova un ottimo ambito proprio nei videogiochi. Ed è proprio in questo settore dove si lavora per migliorare l’interazione fra AI, uomo e macchina, spinti da un mercato in crescita continua. Uno studio di PYMNTS ci rivela che il gioco online costituisce quasi i tre quarti di tutte le spese in app mondiali, per una cifra globale che si attesta intorno ai 160 miliardi di dollari. In America, circa 3 persone su 4 si dedicano al gioco per circa 14 ore alla settimana, in crescita di 2 ore rispetto al 2018. E l’AI viene impiegata nello sviluppo dei giochi: ovvero per le fasi di testing dei componenti software, che permettono di aiutare gli sviluppatori a lavorare meglio e “sfornare” giochi migliori in meno tempo per soddisfare la crescente platea dei videogiocatori mondiali. Ogni tipo di gioco ormai viene “migliorato” da programmi di AI. Per esempio, le società che progettano slot machine virtuali – impiegate dai portali di casinò online di tutto il mondo – dimezzano il tempo di sviluppo dei loro prodotti grazie all’applicazione di questi sistemi di validazione via software. E questo vale per qualsiasi altro gioco moderno.

Velocità del testing

Il grande vantaggio di questa tecnologia è che è incredibilmente più veloce di un essere umano. Per esempio, un giocatore medio impiega dalle 12,000 alle 20,000 ore per migliorare le proprie performance fino a giungere a un livello professionistico. Un bot di AI ogni singolo giorno riesce a giocare circa 300 vite di esperienza umana ogni singolo giorno. Ecco perché nei moderni giochi non ci sono quasi più “bug” di sistema: il lavoro grosso viene svolto da questi agenti informatici velocissimi e molto precisi.

Automazione della grafica

Una volta per creare un movimento di un modello era necessario effettuare tutti i passaggi intermedi, uno per uno, andando a impostare ogni singolo fotogramma. Oggi il processo di rendering e animazione viene automatizzato grazie a sistemi di AI che analizzano il fotogramma di inizio e quello di fine, e calcolano tutte le interpolazioni necessarie. Oppure, trasformano automaticamente delle animazioni a bassa risoluzione in animazioni in alta risoluzione quando richiesto dalle necessità dell’azione di gioco: è ciò che sta facendo Microsoft nella sua ultima Xbox.

Monitoraggio dell’interazione fra giocatori

La tensione agonistica all’interno dei giochi competitivi certe volte trascende l’ambito del gioco e arriva alle offese personali. Dato che è impossibile prevedere un plotone di moderatori umani, ci pensano i sistemi di AI a individuare comportamenti scorretti e fenomeni di bullismo, in modo da preservare un ambiente di gioco sereno: è quanto fa Blizzard in titoli come Overwatch e Heroes of the Storm.

Verifica dei giocatori

Molti giochi integrano l’esperienza ludica con il trasferimento di denaro, ed è quindi necessario verificare accuratamente che i giocatori siano persone reali e maggiorenni. Anche in questo caso, l’AI si rivela perfetta per questo un compito delicato ma ripetitivo come questo.

 

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