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Decreto Flussi 2022 quando esce? Che cos’ è e chi otterrà il permesso di soggiorno?

Anche a causa della pandemia da coronavirus, sono molti i settori, aziende e attività, che purtroppo risentono della carenza di lavoratori, e forse il settore più colpito è quello agro-alimentare, ormai organizzato nella quasi totalità da manodopera straniera: parliamo allora di un argomento molto vicino a tanti italiani, il Decreto Flussi 2022, quando esce?

E’ stata proprio la Coldiretti stessa, come emblema della categoria sopra citata, ha impiegare tutti quelli che poteva e che rappresentano un punto forza nella questione, per fare pressione sull’Esecutivo di Governo, affinché il Decreto Flussi potesse essere anticipato e anche ampliato, per il 2022.

Rispetto all’anno 2021 infatti, dove era stato supposto sui 30mila ingressi di cittadini non comunitari ammessi, ce ne sono stati invece, nell’anno appena terminato, 80mila lavoratori, quasi tre volte di più.

Che cosa è il Decreto Flussi 2022?

2021 o 2022 che sia, comunque il Decreto Flussi, stabilito dal Governo ogni anno, prevede e determina il numero massimo di cittadini che non fanno parte dell’Unione europea, che possono entrare in Italia per lavorare: che sia un lavoro subordinato, autonomo e stagionale.

Nel numero di cittadini non-UE ci sono quote tutelate per quelle persone che vengono da Paesi che hanno accordi bilaterali con l’Italia: Serbia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto, ad esempio oppure per i cittadini che hanno origini italiane e addirittura sono iscritti nei registri delle Ambasciate e dei Consolati nazionali all’estero.

Come si svolge la procedura di assunzione?

Non esistono norme specifiche relative all’occupazione dei cittadini dell’Unione Europea in quanto possono muoversi e lavorare in ogni Paese dell’UE, senza restrizioni. D’altra parte, le limitazioni sono previste dalla legge rispetto ai cittadini extracomunitari.

Visti e permessi di lavoro diversi sono necessari nelle seguenti situazioni:

  • i) Assunzione di cittadini extracomunitari: il loro impiego può iniziare solo dopo che è stata completata una specifica procedura di immigrazione, che include il rispetto della limitazione delle quote annuali. Dopo aver stabilito le quote annuali, un cittadino extracomunitario deve richiedere un visto di lavoro, supponendo che gli sia stato offerto un impiego in Italia.
  • ii) Distacco in Italia di cittadini extracomunitari: questo non è soggetto a limitazioni annuali di quota, ma dovrebbe essere attivato sulla base di una procedura speciale e più semplificata, strettamente correlata alle finalità del distacco in Italia.

Il datore di lavoro, nei casi di lavoro subordinato o stagionale, deve presentare la richiesta del nulla-osta allo Sportello Unico per l’Immigrazione che poi verificherà se ci sono i requisiti previsti dalla Legge e, una volta avuto l’ok, rilascia il documento di via libera che verrà inviato anche all’Ambasciata o al Consolato italiano nel Paese del lavoratore straniero.

Adesso il datore da la copia originale del nulla-osta al lavoratore, che lo presenterà alle rappresentanze diplomatiche per richiedere il Visto di ingresso. Una volta in Italia ha al massimo 8 giorni per andare allo Sportello Unico per l’Immigrazione, e sottoscrivere il contratto per la richiesta del Permesso di Soggiorno.

Purtroppo il Decreto Flussi non tutela molto dal punto di vista della protezione sanitaria. Occorre trovare una soluzione a ciò.

Decreto Flussi 2022: chi otterrà il permesso di soggiorno?

Pare che circa 80.000 quote tra rilascio e conversione del permesso di soggiorno per lavoro subordinato e non stagionale, otterranno il permesso di soggiorno in Italia.

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