Le proposte della filiera edilizia per salvare il pianeta

La neutralità climatica all’interno dell’edilizia è un’opportunità che va colta nel migliore dei modi per avere una rapida espansione di contesti sostenibili dotati di peculiarità innovative e di aspetti che possono essere un vero e proprio antidoto per la crisi climatica attuale. Questo proposito lodevole è la motivazione portante dell’evento che si è tenuto venerdì scorso, ossia il Driving the Change – GBC Italia for COP 26. Questa iniziativa, voluta da GBC Italia a Mind – Milano Innovation District con il contributo di Lendlease, Asacert, Coima, Greenwitch e A2A ha segnato un punto di svolta per il settore edile.
Città sostenibili grazie a dei protocolli a regola d’arte
Gli innumerevoli relatori che hanno preso parte a questo momento di confronto sulla sostenibilità ha dato un messaggio forte e chiaro su quelle che sono le manovre da eseguire per rispettare determinati protocolli energetico-ambientali. D’altro canto, non poteva essere altrimenti, visto che la costruzione di edifici comporta una notevole emissione di CO2 che interessa sia la realizzazione finale che il relativo processo per portare a compimento il tutto. Insomma, appare evidente che la filiera edilizia sia largamente responsabile dei danni arrecati all’ambiente e che debba quindi cambiare rotta per qualificarsi come un’attività ampiamente a misura d’uomo.
Il presidente di GBC Italia, Marco Mari, ha accentrato il focus dell’evento non solo sulla posizione di assoluta leadership che detiene l’Italia nella salvaguardia dei protocolli citati poc’anzi, ma ha voluto porre l’accento persino sulle metodologie di intervento da applicare per misurare e verificare le prestazioni energetico ambientali del costruito finale. Grazie a delle linee guida all’avanguardia, si possono affrontare tutte quelle problematiche che incidono sulla qualità globale di una determinata comunità compromettendo quegli spiragli utili per una ripresa degna di tale nome.
Gli obiettivi del Manifesto di GBC Italia per COP26
L’attualità pone chiunque dinanzi ad una realtà che è diventata ormai insostenibile, per cui il manifesto di GBC Italia per COP 26 definisce un quadro di riferimento chiaro per migliorare sensibilmente sia il presente che il futuro. In poche parole, si tratta di un impegno di responsabilità condivisa in cui ogni singolo elemento della filiera edilizia deve recitare la sua parte in modo ottimale e pienamente responsabile sia dell’ambiente che del prossimo. Il documento in questione indica dei parametri sui quali si regge una linea operativa estremamente performante.
Innanzitutto, va dato risalto alla normativa incentrata sui requisiti non prescrittivi e prestazionali. All’interno di questo compendio di regole ad hoc, spiccano soprattutto il monitoraggio continuo dell’impatto del settore mediante un approccio sistemico volto ad implementare le politiche attualmente in essere e quelle che, conseguentemente, verranno. Un altro punto su cui si fa grande presa è l’innovazione e la digitalizzazione dell’edilizia grazie all’adozione di tecniche costruttive e modelli progettuali dove la ricerca e il progresso dominano incontrastati. In aggiunta a ciò, c’è il contributo della finanza sostenibile che punta ad un’incentivazione continua e costruttiva delle partnership tra realtà pubbliche e contesti privati per massimizzare gli investimenti verso un’economia equa e neutrale.
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