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Economia

Pensioni, la nuova pace contributiva: cos’è e come funziona?

Il primo incontro tra Sindacati e Ministro del Lavoro Andrea Orlando è stato fissato al 27 luglio. Nel frattempo, si discute sul post-Quota 100 tra dubbi e incertezze. Il Governo non ha grandi risorse da investire sulla Riforma Pensioni.

Spunta l’ipotesi della pensione 5 anni prima nel 2022 con la nuova pace contributiva. Il Governo Draghi valuta l’idea di anticipare l’accesso alla pensione fino a 5 anni rispetto alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

Andare in pensione prima si tradurrebbe in un assegno ridotto rispetto a quello previsto per la pensione di vecchiaia. Penalizzazioni in uscita, come si dice. Il lavoratore dovrebbe coprire i buchi da contribuzione con un versamento volontario. L’Inps potrebbe prevedere, però, uno sconto dell’onere di cui il lavoratore dovrebbe farsi carico.

Evitare il rischio dello scalone di 5 anni dal 1° gennaio 2022 ha, dunque, un prezzo anche per la proposta di una nuova pace contributiva.

La pace contributiva prevista dal Decreto 4/2019 è in scadenza al 31 dicembre: il Governo sembra essere intenzionato a rinnovare questa misura di prepensionamento.

Pensione 5 anni prima nel 2022: come funziona la nuova pace contributiva

Quota 100, entro il 31 dicembre 2021, consentirà a chi matura i requisiti per questa data di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi versati. La pensione anticipata prevede, invece, 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini, un anno in meno per le donne), vale a dire poco meno di 5 anni in più rispetto a Quota 100.

Chi non riesce a raggiungere i requisiti previsti da Quota 100 entro fine anno rischia lo scalone ovvero attendere i 67 anni per andare in pensione (di vecchiaia).

Il Governo mette in campo la nuova pace contributiva come alternativa di pensione anticipata. Consiste in questo: andare in pensione fino a massimo 5 anni prima nel 2022 a fronte del versamento volontario (di tasca propria) dei contributi per i periodi scoperti. Il lavoratore dovrebbe coprire i buchi da contribuzione. Ad esempio, potrebbe versare i contributi dei 4 anni e 10 mesi mancanti per accedere alla pensione anticipata.

Nuova pace contributiva: cosa cambia rispetto a quella prevista per il triennio 2019/2021

Le regole di base dovrebbero restare invariate rispetto alla pace contributiva in scadenza il 31 dicembre 2021. Potranno accedere alla misura soltanto i contributivi puri? Non è dato di saperlo, si attende una conferma.

Sarà possibile riscattare fino a massimo 5 anni di contributi considerando anche periodi non consecutivi.

Il costo effettivo da sostenere è legato alle ultime retribuzioni percepite su cui si applica l’aliquota contributiva (il 33% per i lavoratori dipendenti).

C’è una novità: l’Inps potrebbe riconoscere uno sconto. Un ulteriore abbattimento del costo verrebbe dalla possibilità ai datori di lavoro di farsi carico di una parte dell’onere. Come? Attraverso premi di risultato detassabili fino a 3mila euro da cui detrarre il 50% del costo sostenuto in 5 quote annue.

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