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Bambole kokeshi: origini, storia e caratteristiche

La cultura tradizionale giapponese ha raggiunto una notorietà di livello globale, merito soprattutto della popolarità riscossa da alcuni prodotti di carattere ‘pop’ a partire dagli anni Ottanta. Manga e videogiochi hanno fatto da apripista ad oggetti di vario tipo, dai semplici gadget all’antiquariato passando per capi d’abbigliamento e accessori d’arredamento. Tra questi, le bambole kokeshi sono particolarmente gettonate. In questo articolo vediamo cosa sono, qual è la loro origine e quale significato possiedono nell’ambito della cultura del Sol Levante.

L’origine e la storia

L’origine della bambole kokeshi è relativamente recente; i primi manufatti comparvero dopo la seconda metà del 19° secolo ad opera dei mastri artigiani del legno della prefettura di Miyagi; venivano vendute ai turisti che visitavano le terme locali e poi si diffusero in tutta la regione, il Tohoku. Meno chiara è l’etimologia della parola kokeshi. A tal proposito, ci sono diverse ipotesi. Poiché la parola deriva probabilmente da un dialetto locale, non si sa con esattezza quali sono gli ideogrammi che la compongono. Ciò nonostante, è molto probabile che “keshi” significhi bambola mentre “ko” potrebbe essere sia ‘legno’ che ‘piccola’. Quindi, il significato di kokeshi è “piccola bambola” o “bambola in legno”. Entrambe le opzioni riflettono abbastanza fedelmente le caratteristiche più significative dell’oggetto e sono per questo le più accreditate.

Il significato

Le bambole kokeshi non hanno un particolare significato culturale o religioso; a differenza di altri prodotti artigianali dello stesso tipo – come ad esempio le bambole daruma – nascono, come detto, con la funzione di semplice souvenir; in alternativa, erano utilizzati anche come giocattoli per bambini.

Oggi rappresentano un oggetto puramente decorativo, molto apprezzato anche in Occidente dagli amanti della cultura e dell’artigianato del Sol Levante. Non a caso, sono facilmente reperibili non solo nei negozi di artigianato orientale ma anche online, grazie ad e-commerce di settore: basta consultare la sezione dedicata alle Bambole Kokeshi su Takumiya.it per farsi un’idea delle tante opzioni disponibili.

Caratteristiche e tipologie

Le bambole kokeshi sono manufatti dalla foggia molto semplice. Il corpo è costituito da un unico elemento di legno lavorato, di forma cilindrica o leggermente svasata con la parte superiore modellata a forma di testa tonda. Questo tipo di bambole non presenta né braccia né gambe, se non dipinte superficialmente sul corpo. Tradizionalmente, le kokeshi vengono intagliate da artigiani specializzati che utilizzano ciocchi di ciliegio, acero giapponese o cornus. Nonostante la forma estremamente semplice, il processo di lavorazione è piuttosto laborioso: il legno, prima di essere tornito e modellato, viene fatto essiccare naturalmente per un periodo compreso tra uno e cinque anni. Quando la materia prima è pronta per la lavorazione, viene modellata e successivamente dipinta a mano; la testa viene decorata con fattezze generalmente femminili (per lo più geisha o dame di corte) mentre sul corpo vengono realizzati motivi floreali che rappresentano i motivi decorativi tipici dei kimono tradizionali. Una volta completato questo passaggio, le bambole vengono ricoperte con uno strato di cera, per proteggere il colore e renderle lucenti. Le bambole kokeshi possono essere catalogate in due grandi categorie: tradizionali (dento-kokeshi) e creative (shingata-kokeshi, letteralmente “nuovo modello”). Le prime presentano caratteristiche diverse a seconda della regione in cui vengono realizzate. Per questo, se ne possono individuare per undici tipologie diverse: Tsuchiyu (provenienti dalla zona di Fukushima), Yajiro, Togatta e Naruko (tipici della prefettura di Miyagi), Sakunami (Sendai e prefettura di Yamagata), Zao Takayu e Hijiori (anch’essi originari della prefettura di Yamagata), Kijiyama (caratteristici di Yuzawa), Nambu (prefettura di Iwate) e Tsugaru (dalla prefettura di Aomori). Le “shingata kokeshi”, comparse nel Secondo dopoguerra, rappresentano una versione meno ‘ortodossa’ del manufatto: non sono legate a tradizioni locali e concedono agli artisti una maggiore libertà per quanto concerne la forma e le decorazioni (se ne trovano a forma di animale oppure di personaggi delle serie animate).

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