L’ittero neonatale è una condizione comune a molti bebè, nei loro primi giorni di vita. Si tratta di una patologia caratterizzata da un colorito della pelle tendente al giallo, che si manifesta in particolare nella zona del viso. Può comprendere anche le sclere degli occhi e le mucose, per poi estendersi alle altre parti del corpo. Nella maggior parte dei casi si tratta di una situazione fisiologica, che si stabilizza nel giro di pochi giorni dal parto, scomparendo del tutto. Quando questa condizione persiste, invece, si può essere in presenza di una patologia grave, sulla quale occorre agire tempestivamente.
Cause e conseguenze dell’ittero neonatale
Quando nasce, un bambino non ha ancora tutti i meccanismi biologici completamente formati e in grado di supportarne le attività fisiologiche, Questo vale anche per la produzione di bilirubina, un pigmento aranciato che deriva dalla degradazione dell’emoglobina presente nei globuli rossi. La bilirubina viene resa solubile dai processi epatici operati nella zona del fegato, che fa sì che possa venire eliminata attraverso la bile e l’urina. Nei neonati, accanto a una situazione di aumento della sintesi di questa sostanza a causa dell’ossidazione dei globuli rossi in eccesso, c’è una attività ancora poco efficace di metabolizzazione della bilirubina.
I fattori di rischio più comuni, che potrebbero portare alla manifestazione dell’ittero nei neonati, sono non solo la prematurità, l’ipossia e l’asfissia durante il parto o il diabete gestazionale, ma anche l’ipoglicemia, l’acidosi, la policitemia, la disidratazione e la comparsa di grandi ematomi. L’ittero si manifesta quando la concentrazione di bilirubina supera i 5 mg ogni 100 ml di sangue. Quando questo avviene è di fondamentale importanza intervenire fin da subito, attraverso l’applicazione di metodi volti ad abbassare questa concentrazione.
Trattamenti utili contro l’ittero dei neonati
Durante le fasi iniziali della vita di un bambino, la sua alimentazione dipende in maniera diretta da quella della madre, soprattutto nel caso di allattamento al seno. Lo stesso vale per i mesi di gestazione, durante i quali è possibile prevenire le condizioni che potrebbero portare alle complicazioni durante e dopo il parto. Questo aspetto è da tenere in considerazione soprattutto nei casi in cui ci siano situazioni di ittero pregresse all’interno della famiglia. Via libera, dunque, ai cibi ricchi di ferro, come il salmone, il tonno o le carni magre bianche e rosse. Anche le vitamine sono fondamentali, in particolare la C e la B12 contenute nella frutta e nella verdura, così come le fibre. Sono da evitare, invece, alimenti grassi e ricchi di olio, così come quelli preconfezionati, che sovraccaricano il fegato.
Nei casi più urgenti, il livello di bilirubina si può abbassare attraverso l’irradiazione del corpo del bambino attraverso la fototerapia. Un’alternativa, che può essere applicata anche in concomitanza con questo trattamento, è l’iniezione per endovena di albumina, che contrasta il deposito di bilirubina nei tessuti. Tra i medicinali utili, invece, si trova il Fenobarbital, un presidio terapeutico che viene utilizzato comunemente in quegli episodi di ittero neonatale che presentano iperbilirubinemia indiretta.