
Riforma Pensioni: la proposta di Quota 41 avanzata dai Sindacati
Sul tema caldo della Riforma Pensioni, tra tante proposte Quota 41 resta quella più condivisa. Al momento, rappresenta una delle proposte di punta dei sindacati e registra la maggiore convergenza tra partiti, Governo e parti sociali.
Da parecchie settimane i Sindacati attendono di essere convocati dal Governo Draghi per discutere su una Riforma Pensioni da attuare entro la fine del 2021. Con l’addio a Quota 100 si rischia lo scalone dei 5 anni ed il ritorno alla pensione ordinaria (a 67 anni) della Legge Fornero.
Il Governo cerca di prendere tempo sapendo che l’obiettivo (‘ricordato’ anche dalla Comunità Europea) è quello di limitare i costi previdenziali.
Riforma Pensioni: dettagli sulla proposta di Quota 41 avanzata dai sindacati
La proposta di CGIL, CISL e UIL si sintetizza con due opzioni principali: Quota 41 e Quota 62.
Quota 62 prevede l’uscita dal lavoro a 62 anni con 20 di contributi. Questa è la proposta meno probabile, anzi impossibile: per essere accettata dovrebbe ridurre così tanto l’assegno pensionistico da risultare inutile.
Quota 41 prevede una flessibilità in uscita con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. E’ questa la proposta più appetibile che, al momento, mette d’accordo diversi politici che condividono l’idea di un prepensionamento con i soli requisiti contributivi.
Il problema è che Quota 41, senza l’alternativa di Quota 62, comporterebbe una spesa pari o superiore a Quota 100 che lo Stato non può permettersi.
In sostanza, da una parte, l’accordo politico su Quota 41 c’è; dall’altra, mancano i soldi per poterla attuare per come la intendono i sindacati (per tutti).
Come funziona Quota 41 e cosa propongono i sindacati
Cosa prevede oggi Quota 41?
Il lavoratore che intende accedere a Quota 41 deve possedere i seguenti requisiti:
– 41 anni di contributi maturati indipendentemente dall’età anagrafica;
– almeno 12 mesi di contributi versati prima di compiere i 19 anni di età, non necessariamente continuativi;
– appartenenza ad una delle cinque categorie tutelate (invalidi, caregiver, disoccupati, lavori usuranti, lavori gravosi).
Essere un lavoratore precoce non è sufficiente per accedere a Quota 41. Tale requisito è riservato soltanto a:
– lavoratori dipendenti e autonomi con invalidità riconosciuta del 74% o superiore;
– caregiver che assistono da almeno 6 mesi (al momento della richiesta) il coniuge o un parente di 1° grado convivente con invalidità grave;
– lavoratori che svolgono da almeno 6 anni (negli ultimi 7) mansioni usuranti e gravose;
– dipendenti disoccupati per licenziamento o dimissioni per risoluzione consensuale o giusta causa che hanno concluso da almeno 3 mesi la prestazione di disoccupazione spettante.
Cosa propongono i Sindacati oggi?
Propongono una Quota 41 per tutti i lavoratori che consenta di andare in pensione fino a un anno prima rispetto alla pensione anticipata.