Per i lavoratori in cassa integrazione, il modello 730/2021 è obbligatorio? Sono tenuti a presentarlo? La risposta è sì. E’ obbligatorio per coloro che nel 2020 hanno percepito redditi dal datore di lavoro e cassa integrazione (o FIS) dall’INPS o Enti Bilaterali in quanto certificati con due CU 2021 da diversi soggetti e le somme non sono state conguagliate.
Dovranno presentare il modello 730 precompilato (disponibile dal 10 maggio 2021 sul portale dell’Agenzia delle Entrate) abbinando alla certificazione unica dei redditi percepiti dal datore di lavoro il modello CU rilasciato per le somme ricevute per l’integrazione salariale.
Perché il modello 730/2021 è obbligatorio per i lavoratori in cassa integrazione
L’invio del modello 730/2021 è obbligatorio per qualsiasi lavoratore che ha ricevuto 2 o più certificazioni uniche. Serve per eseguire il calcolo preciso dell’IRPEF dovuta sull’importo complessivo dei redditi percepiti.
Ogni sostituto d’imposta computa le imposte sugli importi corrisposti. Si potrà avere una visione completa del totale dei redditi percepiti solo presentando la dichiarazione dei redditi. In questo modo, si potrà applicare l’aliquota Irpef dovuta in base al proprio scaglione di reddito.
L’obbligo scatta per tutti coloro che, nel 2020, hanno percepito redditi da soggetti diversi, se l’imposta supera i 10,33 euro. A seguito della pandemia, questa situazione riguarderà quasi tutti i lavoratori in cassa integrazione.
Si troveranno a dover fare i conti con il modello 730/2021 precompilato avendo due CU erogate da soggetti diversi per somme non conguagliate.
I lavoratori in cassa integrazione e chiunque abbia 2 o più certificazioni uniche troverà i dati delle CU 2021 già presenti nel 730 precompilato dell’AdE. Basterà, quindi, verificare i dati presenti, le somme erogate dal datore di lavoro ed accedere al portale dell’Istituto di Previdenza per scaricare la CU INPS.
A debito o a credito IRPEF
Una volta applicata la corretta aliquota Irpef sul totale dei redditi percepiti, con il modello 730/2021 i lavoratori in cassa integrazione nel 2020 potranno trovarsi di fronte a due situazioni.
Dalla corretta applicazione dell’Irpef potrà emergere un debito d’imposta oppure il diritto ad un rimborso Irpef.
Nel caso in cui l’INPS ha operato un’aliquota Irpef inferiore a quella effettivamente prevista sui redditi percepiti dal lavoratore, dal modello 730 risulterà un debito d’imposta.
Viceversa, se l’Irpef trattenuta dall’INPS sulla cassa integrazione è eccessiva, scatterà il diritto ad un rimborso Irpef. Il rimborso viene calcolato anche in base ad eventuali spese deducibili o detraibili indicate nel modello 730.
Attenzione, però: ai lavoratori che risultano incapienti per il minor reddito percepito per la cassa integrazione, in ogni caso, non sarà richiesta la restituzione del bonus Irpef.
Seppure il reddito complessivo percepito risulti inferiore all’importo minimo di 8.174 euro, saranno garantiti i 100 euro mensili riconosciuti a decorrere da luglio come gli 80 euro erogati fino a giugno.