Pompeo Macaluso: morte, età, biografia
Pompeo Macaluso, storico, insegnante e politico italiano era il figlio di Emanuele Macaluso, esponente del PCI. L’uomo è scomparso prematuramente nel 2015, a seguito di un malore, aveva 65 anni.
Nato a Palermo nel 1950, si era trasferito nel Ticino nel 1973. Aveva insegnato per molto tempo al liceo e nel corso della sua carriera, aveva scritto diversi saggi sulla storia del Canton Ticino. Il suo ultimo lavoro, Tra due guerre, era proprio dedicato ai Ticini durante gli anni ‘20 e ‘30 del 1900.
Pompeo aveva una sorella e un fratello di nome Antonio.
Pompeo Macaluso: carriera, libri
Come anticipato, Pompeo Macaluso è stato un professore (di scuola media e liceo) e saggista. Tra i suoi testi più celebri ci sono: Storia del Partito socialista autonomo (1997) e Liberali antifascisti. Storia del Partito liberale radicale democratico ticinese (1926-1946). Inoltre, ricordiamo che Macaluso è stato collaboratore per la rivista Il Cantonetto.
Pompeo Macaluso: padre
Nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, Emanuele Macaluso, è stato uno storico politico, sindacalista e giornalista italiano. Iscritto al PCI già da prima della caduta del Regime fascista, ha iniziato la carriera politica nel 1951, come deputato regionale siciliano.
Dal 1982 al 1986 è stato anche direttore de l’Unità, oltre che ultimo direttore de Il Riformista, dal 2011 al 2012.
Nel 1958, con un’astuta mossa politica, fu in grado di far passare all’opposizione la Democrazia Cristiana: egli fu uno degli ideatori del cosiddetto “milazzismo“, dal nome di Silvio Milazzo, eletto presidente della Regione siciliana. Egli portò al varo un governo regionale sostenuto da comunisti, socialisti, monarchici, Movimento Sociale Italiano e fuoriusciti DC.
Il governo Milazzo suscitò le critiche di molti, ma Palmiro Togliatti sostenne l’operato di Macaluso. Membro della corrente riformista (o, come egli preferiva, migliorista) del partito, nel 1960 entrò nella Direzione del partito. Nel 1962 lasciò la segreteria regionale del PCI a Pio La Torre, e nell’ottobre anche l’Ars, e fu chiamato a Roma, dove, nel 1963, entrò nella Segreteria politica con Togliatti prima, con Luigi Longo dopo, e successivamente con Enrico Berlinguer.