Rivoluzione Digitale Italiana: intervista esclusiva a Giulio Giorgetti
La copertina del libro è una ragazza, che rappresenta l’Italia, con una benda che le copre gli occhi fatta da una trama con le bandiere degli USA e della Cina.
Il messaggio è che l’Italia senza accorgersene, tenendo gli occhi chiusi, sta diventando sempre più una schiava digitale (e non solo!) delle superpotenze straniere. Il libro ha quindi l’obiettivo di fare aprire gli occhi agli Italiani, al fine di mostrar loro come siano già stati colonizzati dagli USA e dai paesi asiatici, nonché i danni causati da questa massiccia “infiltrazione” alla nostra economia e alla nostra libertà.
Incuriositi, abbiamo intervistato Giulio Giorgetti, che nel suo libro Rivoluzione Digitale Italiana, affronta i problemi nel mondo digitale di cui l’Italia è vittima, e al contempo, propone diverse soluzioni per far diventare il nostro paese protagonista nel mondo.
L’intervista a Giulio Giorgetti
Parlaci un po’ di te…
Prima di tutto un saluto a tutta la redazione di Alphabetcity e ai suoi lettori.
Sono un appassionato di informatica e sport sin da piccolo e nella mia vita ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato.
I risultati sono arrivati tutti molto preso all’età di 35 anni avevo già raggiunto tutti i traguardi che mi ero prefissato ed ho quindi iniziato un percorso più in linea con la mia personalità, libero da tutti e libero di poter sperimentare.
Cosa ti piace leggere?
Leggo con continuità di informatica e sport, ma online.
In formato cartaceo amo documentarmi soprattutto in ambito della geopolitica e ambienti affini.
Qual è il tuo hobby?
Il mio hobby è il mio lavoro, faccio molte cose, sempre con la logica della sperimentazione.
Dalla programmazione software, alle scommesse sportive alla scrittura di libri.
Parlaci del tuo libro. A chi lo consiglieresti e perché?
Ho scritto due libri che sono diventati best-seller nell’ambito delle scommesse sportive, ma l’ultimo che ho fatto si chiama Rivoluzione Digitale Italiana: dal colonialismo all’indipendenza tecnologica.
Nel libro analizzo la crisi cronica dell’Italia e come l’utilizzo dell’informatica può permettere di uscire da questa fase e rilanciare il nostro Paese.
Gli aspetti critici sono le opportunità economiche che l’Italia sta mancando e una sudditanza implicita o esplicita nei confronti degli USA e dei paesi asiatici.
Il libro lo consiglio sia all’uomo di strada, ma anche a soprattutto alla classe dirigente del nostro Paese per dare un cambio di passo.
Ti è mai venuto il “blocco dello scrittore”?
Sì certo, ma lo vivo senza problemi. Scrivo libri e scrivo software nella stessa maniera: quando sono ispirato. La mente deve essere libera, poi le parole, o il codice, arrivano da soli.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Tra i miei progetti ho delle community di migliaia di persone e giornalmente scambio messaggi con molti di loro.
Dalle loro esperienze e problematiche spesso ho ispirazioni su quello che serve per migliorare sia le loro specifiche situazioni, sia in generale quelle di persone che hanno problematiche simili.
Se invece parliamo di situazioni, decisi di scrivere questo ultimo libro guardando il mare dal mio terrazzo. Il mare è sicuramente una fonte d’ispirazione ogni giorno.
Qual è il messaggio insito nel libro?
Che l’Italia è un grande Paese e che ci sono tante cose che possiamo fare per migliorarla.
Alcune cose sono semplici, altre più complesse, ma una cosa è certa rimanere fermi come stiamo facendo negli ultimi 20 anni è sbagliato.
La classe politica va cambiata e servono imprenditori più interessati al made in Italy.
Progetti futuri?
In termini di scrittura attenderò che arrivi una nuova ispirazione, magari proprio guardando il mare.
Per il resto sto continuando a sperimentare, sarò presente in un documentario nell’ambito degli eSports, ho aperto un podcast, faccio streaming video, ho scritto addirittura una poesia “impegnata” e per il futuro mi aspetta la musica.