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Controcanto: intervista esclusiva a Sonia Sacrato

Sonia Sacrato è nata e vive a Padova. Torino-dipendente da tempo immemore, aspira alla doppia cittadinanza per meriti affettivi.

Governante full-time dei Kiss, tre gatti nati per delinquere.

Ha pubblicato diversi racconti in antologie e riviste online, e imbrattato infinite pagine virtuali del suo blog Scrivo a vanvera.

Poi, si è avvicinata al genere noir, dove dà spazio e voce al suo ruvido, pessimo carattere. La mossa del gatto è il suo primo romanzo uscito per Golem Edizioni.

Noi l’abbiamo intervistata per la sua ultima fatica letteraria, ovvero Controcanto, sempre edito da Golem edizioni.

Sonia ci tiene particolarmente a iniziare l’intervista con una citazione.

Mai nulla di splendido è stato realizzato
se non da chi ha osato credere
che dentro di sé ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze.

(Bruce Barton)

Parlaci un po’ di te…
Che dirti? ho 44 anni e al momento faccio la mammagatta a tempo pieno. Fin da quando ero piccola non ho mai perso il vizio di imbrattare ogni foglio di carta che mi capiti a mano e riempire le mie stanze di musica, molto spesso di musica classica o di blues. Credo nella potenza dei sorrisi e della gentilezza. 

Cosa ti piace leggere?
Amo il noir ma, salvo rare eccezioni, tendo a leggere un po’ tutti i generi per non “fossilizzarmi”. Dalla narrativa divertente e ironica ai romanzi storici o divulgativi.

Qual è il tuo hobby?
Più che un hobby è una necessità: cammino. Per un lungo periodo non ho potuto farlo e da allora lo faccio ogni volta che ne ho l’occasione. Metto le cuffie e macino chilometri a piedi, mi serve per rimettere in bolla le idee, i pensieri, visualizzare i progetti su cui lavoro. Tornare stanca e con il fiatone mi rimette in pace con il mondo.

Parlaci del tuo libro. A chi lo consiglieresti e perché?
Controcanto lo amo molto. È nato in un periodo difficile e sofferto della mia vita, e come le cose tanto volute si è guadagnato un posto particolare nel mio cuore. Lo consiglierei a chi cerca una lettura che scorra veloce, che possa vivere in leggerezza, magari con qualche risata e, nello stesso tempo, qualche punto di riflessione.

Come sono nati i personaggi?
Cloe Damiani e il gatto Pablo erano già apparsi ne La mossa del gatto, edito sempre da Golem Edizioni nel 2019. Cloe per certi versi, pur avendo una vita decisamente più dinamica della mia, mi somiglia. Pablo invece è l’alter ego maschile di Melli: la mia gatta persiana che è mancata durante la scrittura del primo romanzo. Insomma, ho giocato un po’ in casa e condito tutto con fantasia.

Ti è mai venuto il “blocco dello scrittore”?
A fasi alterne. Per certi versi anche in questo periodo, difficile per tutti. Ho perso il lavoro e sto investendo tutte le mie energie in questo frangente, di conseguenza forse non ho la testa abbastanza libera per far parlare i personaggi. Ciò non toglie che un chiacchiericcio di sottofondo ci sia, spero solo di poter dare loro retta quanto prima.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Le fonti sono ovunque: ricordo che una scena di Controcanto l’ho scritta dopo averla vissuta al mercatino di Natale ai piedi sotto la Mole Antonelliana. Può arrivare da un fatto di cronaca, una chiacchierata con un’amica…

Qual è il messaggio insito nel libro?
Controcanto ha due messaggi: vuole rendere omaggio a Torino città che amo profondamente, ricordando un fatto accaduto che sconvolse la città. Ho voluto ricordare le Vittime del cinema Statuto, e spero di averlo fatto nel modo più delicato possibile. E poi vuole parlare di musica, la stessa che amo tantissimo e che ho imparato ad amare tramite un maestro d’eccezione ed eccezionale: Ezio Bosso

Quanto c’è di te nei tuoi personaggi?
In Cloe c’è moltissimo. Per gli altri potrei dirti che vivono di vita propria, o sono ispirati a persone che conosco. Ma come sempre accade, quando inizio a scrivere di qualcuno di loro, poi fanno un po’ quello che vogliono indipendentemente da me. Per la mia terapista è tutto normale eh, dice sia semplice creatività :D

Progetti futuri?
Riprendere in mano, per quanto possibile, le redini della mia vita, dico “per quanto possibile” perché poi ha sempre più fantasia di noi ed è capace di sorprenderci sempre. E poi scrivere ancora, resta una cosa fondamentale per il mio benessere.

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