Lutto nel mondo del puglilato. Sandro Mazzinghi è morto oggi all’ospedale Lotti di Pontedera, dove era ricoverato da alcuni giorni a causa di un’ischemia alla quale ne sono susseguite altre che hanno portato ad inevitabili complicazioni. Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo ottobre. A darne il triste annuncio è la famiglia. La salma dell’ex campione del mondo verrà esposta nel Santuario del Santissimo Crocefisso di Pontedera. I funerali invece, saranno lunedì prossimo, sempre a Pontedera, città natale di Mazzinghi.
«Diamo il triste annuncio della scomparsa di nostro padre. Tutti sapete quanto amore aveva per il prossimo e per l’onestà, che ha sempre avuto nei confronti di tutti. Per noi oggi è un giorno triste, ma non possiamo che andare orgogliosi per l’uomo, l’atleta, il Campione e il padre che è stato. Ciao Babbo, non ti dimenticheremo mai. Resterai sempre con noi e con tutti quelli che ti hanno voluto bene»
Questo l’elogio funebre dei figli sulla pagina Facebook ufficiale di Sandro Mazzinghi. Ma a ricordarlo è anche il suo rivale storico sul ring, Nino Benvenuti, che raggiunto al telefono dall’ANSA raconta:
«Per parlare di Sandro Mazzinghi bisogna trovare le parole migliori. Ci siamo battuti, sono sempre state battaglie dure, ma l’ho sempre rispettato ed ora lo ricordo con affetto. La nostra è stata una rivalità come quella fra Coppi e Bartali, abbiamo diviso l’Italia dello sport»
Nino Benvenuti paragona la loro rivalità ad un altra rivalità storica nel mondo dello sport, quella tra i ciclisti Gino Bartali e Fausto Coppi, che nel secondo dopoguerra ha tenuto banco nelle notizie sportive. Poi Nino Benvenuti ricorda com’era Sandro Mazzinghi sul ring:
«Sandro era un guerriero. Ti metteva paura. Lo guardavi negli occhi, e capivi che per lui c’era solo il volerti sopraffare, voleva vincere a tutti i costi. E per batterlo dovevi dare veramente qualcosa in più»
La carriera di Sandro Mazzinghi: entrò nel mondo del pugilato all’insaputa della madre
È il fratello maggiore, Guido Mazzinghi, ad iniziarlo al mondo del pugilato all’insaputa della madre, che non voleva che i figli praticassero questa disciplina sportiva. Guido, Guanto d’Oro d’America, quinto all’Olimpiade di Helsinki nel 1952 e Campione d’Italia, farà da allenatore a Sandro Mazzinghi e lo guiderà negli anni migliori della sua carriera. Nonostante venga battuto per la selezione olimpica di Roma da Carmelo Bossi, diventa professionista nel 1961 con la scuderia Ignis del cavalier Giovanni Borghi, con cui rimarrà fino al ritiro. Nel 1962, con l’introduzione della categoria di peso superwelter a livello professionistico, Mazzinghi viene designato sfidante del Mondiale, nonostante non avesse mai combattuto per il titolo italiano. Il 7 settembre 1963 diventa il quarto italiano a cingere l’iride, battendo l’allora detentore della vittoria Dupas. Prima di lui furono Carnera, Loi e d’Agata.
La rivalità storica con Nino Benvenuti
Gli appassionati di pugilato come in ogni sport dibattevano su chi fosse il miglior pugile del momento, e la stampa degli anni ’60 li trovò in due atleti militanti nella stessa categoria di peso: Sandro Mazzinghi e Nino Benvenuti. Il primo era un così detto “fighter”, il secondo un tecnico. Il primo è bello, con un aspetto curato, il secondo un “toscanaccio”, una testa calda. Nella rivalità tra i due, Sandro difenderà il proprio titolo per due volte, fino al 1964, quando un incidente rischia di porre fine alla sua carriera di sportivo. Un incidente d’auto, nel cui impatto morirà Vera, diventata sua moglie solo 12 giorni prima. Il 18 giugno 1965 allo Stadio San Siro andrà in scena l’attesissimo Mondiale con Benvenuti. Mazzinghi ancora convalescente dall’incidente viene battuto dal rivale. La rivincita sarà a Roma, i 17 dicembre dello stesso anno. Ad avere la meglio, nonostante le contestazioni di Mazzinghi per una scivolata scambiata per un atterramento, sarà Benvenuti. Da qui i due non si parleranno più per 40 anni. Dopo un lunghissimo periodo di silenzio tra i due, sarà proprio Mazzinghi a telefonare a Benvenuti che si trovava in ospedale per un intervento chirurgico.