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Psicologia

Sindrome della Capanna dopo il lockdown: sintomi e rimedi

l lockdown dovuto all’emergenza per il Coronavirus ha lasciato dei segni indelebili nella maggior parte delle persone. Da quando è finito, molti si sono resi conto di provare una grande paura di tornare lentamente alla vita normale. Questa sensazione viene definita Sindrome della Capanna (o del prigioniero), condizione che potrebbe portare dei disturbi emotivi e relazionali.

Sindrome della Capanna: cos’è?

La Sindrome della Capanna, chiamata anche Sindrome del Prigioniero, è uno stato di ansia, smarrimento e difficoltà che spinge le persone al desiderio di continuare a restare chiusi in un luogo sicuro, come la casa.
In inglese viene definita Cabin Fever ed è un insieme di diverse sensazioni che nascono dopo un periodo di isolamento o di distacco dalla realtà. La difficoltà di ritornare alla normalità blocca le persone e le spinge a rifugiarsi nella condizione a cui ormai si sono abituati. Deriva dalle sensazioni che hanno provato nel 1900 i cercatori d’oro statunitensi, che dopo diverso tempo costretti a vivere in capanne di legno, non riuscivano a tornare alla normalità e ad inserirsi nuovamente nella società.

I sintomi di questa sindrome sono: 

  • Ansia
  • Tristezza
  • Irritabilità
  • Angoscia
  • Difficoltà di concentrazione
  • Stanchezza
  • Malessere Fisico
  • Demotivazione

Questa sindrome non è ancora riconosciuta completamente a livello scientifico e psicologico, ma dopo la quarantena dovuta al Coronavirus sempre più persone stanno sperimentando questi sintomi.
Tante persone stanno provando disorientamento e smarrimento all’idea di dover tornare alla vita normale e hanno grandi difficoltà ad avere contatti con il mondo esterno. Tra queste persone ci sono moltissimi bambini, che hanno accusato ancora di più il lockdown, non sapendo ancora pienamente definire e gestire le proprie emozioni. 

Come superare la Sindrome della Capanna

Non bisogna sottovalutare questa sindrome, anche se non si tratta di una condizione pericolosa per la salute.
Nel caso dei bambini è molto importante non ridicolizzarli, ascoltarli, comprendere i loro timori e tornare alla normalità in modo graduale e seconda dei loro tempi, senza mai forzarli o farli sentire sbagliati.

Per quanto riguarda gli adulti è molto importante prendersi cura di se stessi, stabilire una routine quotidiana in cui piano piano inserire un po’ di tempo a contatto con il mondo esterno.
La consapevolezza di soffrire di questa sindrome è fondamentale, per questo bisogna imparare ad ascoltare se stessi e capire se la paura sta degenerando e se possono esserci ulteriori motivazioni associate a qualche condizione passata.
Quando ci si rende conto di provare questi sintomi, bisogna inizialmente accettarli, perché il cervello probabilmente si è già abituato all’isolamento e ci vuole un po’ di tempo per riprendere le vecchie abitudini.
Ogni persona che soffre di questa sindrome deve concedersi il tempo giusto per prendere confidenza con questa nuova situazione. 

Avvicinarsi al mondo esterno è essenziale, ma non deve essere per forza immediato. Si può procedere a piccoli passi, scegliendo di andare nei luoghi preferiti, in cui ci si sente al sicuro, magari per poco tempo. Un’idea per mettere a tacere l’ansia potrebbe essere quella di farsi accompagnare da una persona cara, con cui condividere il momento e con cui confrontarsi. 

Con queste piccole e semplici mosse, la Sindrome della Capanna si può superare con successo.

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