Il mondo delle startup è considerato una ricchezza in ogni parte del globo. Il tasso di innovazione da esse espresso rappresenta un patrimonio in grado di proiettare l’economia nel futuro, quindi assolutamente da non disperdere. Proprio per questo il governo italiano sta pensando ad un piano in grado di fronteggiare la crisi e aiutare le startup a resistere in un momento così particolare.
Un piano per salvare le startup
Bastano i numeri per far capire l’importanza che, anche in Italia, sta assumendo il mondo delle startup innovative: 11.206 imprese, con un valore della produzione medio attestato a 169mila euro, 65.140 lavoratori attivi e un capitale sociale complessivo di 643,3 milioni di euro. Cui devono essere aggiunti i vari incubatori e acceleratori di innovazione tecnologica, culturale e imprenditoriale che sono stati attivati in questi ultimi anni.
Un mondo messo in pericolo dalla penuria di capitali per lo sviluppo che caratterizza la crisi in atto. Tanto da indurre l’esecutivo a pensare ad un piano in grado di non perdere un’esperienza così significativa.
Cosa prevede il piano
Il piano sarebbe articolato in più azioni. A partire dal varo di un Fondo straordinario da 200 milioni per operare in parallelo con gli investitori privati nelle startup innovative che hanno bisogno di liquidità, tramite un finanziamento agevolato a 10 anni. Nel caso in cui un imprenditore privato investirà nella startup, lo Stato attiverà il Fondo Nazionale per l’innovazione per importo fino a 4 volte quello investito dal privato. Sarà poi la società finanziata a decidere se restituire il prestito oppure convertirlo in azioni. Tra gli altri punti qualificanti c’è anche il rifinanziamento del programma Smart and Start, di Invitalia, che sin dal 2015 si incarica di finanziare il settore. Inoltre dovrebbero essere messi in campo incentivi fiscali per i privati che intendano investire nelle startup.