Il futuro dell’UE è praticamente in mano all’Olanda. La resistenza di Amsterdam agli aiuti verso i Paesi in difficoltà causa coronavirus sta però provocando danni alla stessa immagine dell’Europa, dimostrando che l’asserita unità è, e probabilmente lo è sempre stata, una semplice illusione.
Il fastidio della Francia
Un atteggiamento, quello olandese, che ha però stancato non solo l’Italia, ma anche la Francia. I transalpini, infatti, sono ora alle prese con gravi problemi anche loro e la recessione alle porte. Hanno quindi deciso di fare pressione sul blocco nordico, tanto da recapitare all’Olanda in particolare un messaggio ben preciso: se non ci aiutate sugli Eurobond, li faremo con chi ci sta.
L’atteggiamento dell’Olanda
Neanche il forcing di Francia, e Germania, ha però smosso Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze olandese. Il quale continua ad esigere condizioni per la concessione di aiuti. Quelle che l’Italia non vuole, atteggiamento più volte ribadito nel corso degli ultimi giorni da Giuseppe Conte. Ancora ieri il Presidente del Consiglio ha infatti affermato: “Allentare le regole di bilancio o è la fine dell’UE”. Parole che non sembrano intaccare l’atteggiamento di chiusura olandense. Secondo il governo di Amsterdam, il Mes deve essere condizionato e le uniche spese non condizionate dovrebbero essere quelle sanitarie. Un atteggiamento che, però, inizia ad infastidire non solo Roma.
Europa in pezzi, vada come vada
Se comunque si dovesse raggiungere un accordo in seno all’UE, è ormai abbastanza chiaro come l’Europa sia ormai in pezzi. L’ostinazione del Nord, infatti, ha provocato la formazione di altri due blocchi, quello mediterraneo e l’altro di Visegrad, che non sembrano ormai bendisposti verso l’evidente egoismo della parte settentrionale del continente. Una spaccatura talmente evidente che ormai sembrano lontanissimi gli entusiasmi iniziali. Con un evidente rafforzamento delle spinte centrifughe, destinate a diventare sempre più forti con il proseguire della crisi.