Ora è il PD ad impugnare il bazooka
Anche il PD sembra improvvisamente essersi convertito sulla via di Damasco. Dopo essere stato a lungo l’esecutore più fedele dei tanti diktat provenienti dall’UE, il partito guidato da Nicola Zingaretti propone ora una ricetta choc di fronte alla crisi innescata dal coronavirus. Chiedendo all’esecutivo di predisporre una manovra da 150 miliardi di euro per fronteggiare una situazione che altrimenti rischia di finire fuori controllo.
Occorre sforare il bilancio
La richiesta proveniente dal PD è chiara sin dall’esordio: chiedere un voto parlamentare che autorizzi il governo a sforare il saldo di bilancio, per una cifra pari alla garanzia di acquisto titoli fornita da Bce (150 miliardi). Da aggiungere, beninteso, ai 25 miliardi che sono già stati autorizzati. A proporre quello che si configura come un vero e proprio bazooka all’italiana è stato gruppo di parlamentari democratici capeggiati dall’imprenditore veronese Gianni Dal Moro, ex responsabile organizzativo ed esponente della corrente guidata dal ministro Lorenzo Guerini.
Quali le misure previste
Tra le misure previste all’interno del piano predisposto, vanno ricordate innanzitutto la sospensione di Ires, Irap, Tasi e Imu per tutto il 2020, mentre nel 2021 la cifra dovuta potrebbe essere diluita in tre anni e la concessione di 900 euro al mese per un anno in favore delle partite IVA, dei professionisti, dei lavoratori agricoli e dello spettacolo.
Dare priorità alla politica
La parte più importante del documento, però, è probabilmente quella finale. Nella quale Del Moro chiede che sia recuperata la superiorità della politica sulla finanza, per dare la sicurezza del posto di lavoro alle persone.
Una vera e propria stoccata verso un’UE che si attarda ancora nella difesa delle politiche di bilancio, in un momento in cui la cosa realmente importante è mettere in piedi un sistema capace di garantire sicurezze. Soprattutto perché proveniente da un partito che a lungo si è eretto a guardiano delle ragioni di bilancio.