Sure, affiorano i primi dubbi in Italia
La Cassa Integrazione Europea, come è stato definito il Sure da alcuni economisti, già inizia a seminare i primi dubbi nell’opinione pubblica. Secondo non pochi analisti, infatti, non si tratterebbe altro che di un prestito. A far discutere, peraltro sono proprio le condizioni. Se Valdis Dombrovskis aveva detto che sarebbero molto convenienti per i Paesi che hanno difficoltà di accesso al credito, sembra invece che le cose stiano in maniera molto diversa.
Quali sono le effettive condizioni dei Sure?
A seminare notevoli dubbi sul Sure è stato il documento che ha iniziato a circolare da alcune ore. In cui in cambio dei soldi prestati si chiedono garanzie “credibili, irrevocabili ed esigibili”. In pratica il contrario di quanto era stato detto dal vice presidente della Commissione Europea. Resta da capire quale sia l’effettiva realtà, anche alla luce di quanto affermato da Paolo Gentiloni.
Gentiloni sul Sure
Il commissario italiano per l’economia, infatti, ha dal canto suo affermato che il Sure rappresenterebbe in effetti la prima risposta comune dei Paesi europei di fronte alla crisi.
Aggiungendo poi che sarebbe un passo di portata forse storica. Tale da autorizzarlo ad essere ottimista sul fatto che ad esso ne potrebbero seguire altri. Quali sarebbero i motivi del suo ottimismo?
Il Sure spiegato da Gentiloni
Lo stesso Gentiloni ha provveduto a spiegare il funzionamento del piano europeo. In pratica raccoglierà le risorse necessarie sui mercati emettendo bond con tripla A, ovvero a tassi bassissimi. I fondi saranno poi distribuiti ai Paesi che ne hanno bisogno, per mezzo di prestiti con scadenze a lungo termine.
Ancora Gentiloni ha poi affermato: “E’ il primo passaggio simbolico, forse storico, verso la messa in comune dell’impegno attuale e futuro dei diversi Paesi dell’Unione”. Resta da capire se abbia ragione lui o coloro che hanno già iniziato a seminare dubbi sul Sure.