L’emergenza sanitaria creata dal coronavirus costringe un gran numero di italiani a restare in casa. Una misura necessaria per preservare la salute pubblica, ma che rischia di creare forti tensioni sociali. Soprattutto se il blocco dovesse protrarsi a lungo. Anche in Italia, come in altri Paesi, il governo ha messo in atto un piano economico per cercare di attutire i danni a famiglie e imprese. Secondo molti analisti, però, si tratta di misure insufficienti. Soprattutto se rapportate a quanto fatto da altri governi.
Il piano degli Stati Uniti
Il raffronto è particolarmente sbilanciato se avviene con il piano economico messo in campo da Trump. Negli Stati Uniti, infatti, l’amministrazione ha messo in campo 2mila miliardi di dollari, sotto forma di aiuti a imprese e famiglie. In particolare è stato deciso di dare 1200 dollari a persona e 500 per ogni minore presente nel nucleo familiare. Un aiuto che consente a chi deve restare a casa di guardare con una certa serenità all’immediato futuro.
Gli altri Paesi europei
All’interno dell’UE, spicca il caso tedesco. Berlino ha infatti messo in campo altri 156 miliardi rispetto a quanto previsto in precedenza. Mentre il Regno Unito ha dato vita a due provvedimenti. Il secondo, in particolare, stanzia 350 miliardi di sterline, quasi il 16% del PIL, per fronteggiare l’emergenza. Mentre altri 78 potrebbero essere destinati ai lavoratori che rimarranno senza impiego. Anche la Francia ha per ora stanziato 45 miliardi, contro i 20 dei Paesi Bassi. Tutte cifre che superano largamente quanto previsto dal piano italiano.
Il Giappone si prepara all’intervento massiccio
Altro Paese che sembra sul punto di intervenire in maniera massiccia è il Giappone. Se sinora il governo di Tokyo si è limitato ad interventi blandi, nelle prossime settimane dovrebbe essere approvato un piano di largo respiro, pari a 15mila miliardi di yen, ovvero il 2,7% del Pil nipponico. Uno sforzo che fa capire l’importanza della posta in gioco.