L’imperversare del coronavirus sembra all’improvviso risvegliare anche chi, per decenni, aveva proposto solo ed esclusivamente austerità e riforme, senza badare alla coesione sociale. Basta in effetti vedere non solo la conversione di molti araldi delle ricette liberiste, ma anche le ultime richieste di OCSE e FMI, per capire come il Covid 19 stia travolgendo molti argini.
L’OCSE: spendere ora per evitare l’ecatombe
“I costi elevati per una risposta da parte delle autorità sanitarie pubbliche sono necessari per evitare conseguenze molto più tragiche e un impatto ancora peggiore sulle nostre economie domani”. A dirlo è il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria. Secondo il quale non farlo avrebbe come conseguenza un numero spropositato di morti e una sanità decimata. Danni da evitare a qualsiasi costo.
Il FMI: 1000 miliardi per fronteggiare l’emergenza
Anche il Fondo Monetario Internazionale sembra a sua volta essere giunto ad analoghe conclusioni. Tanto da ventilare un piano straordinario, in cui il perno potrebbe essere rappresentato da 1000 miliardi di dollari. Soldi da riversare nelle economie dei Paesi membri, per tenere insieme una coesione sociale che rischia di andare a pezzi.
Mentre ne potrebbero servire altri 2500 per dare respiro alle economie dei Paesi emergenti. Non sembra però il momento di pensare a risparmiare, considerata la scia di morte che si sta lasciando dietro il Covid 19.
L’UE continuerà a latitare?
Di fronte alle prese di posizione provenienti da OCSE e FMI, sembra ormai del tutto stridente la posizione assunta da una parte dell’Unione Europea. In particolare quella che si muove agli ordini di Frau Merkel e della Germania, vaticinando politiche di bilancio che sono ormai del tutto superate dagli eventi. Spingendo all’aperta ribellione molti Paesi che hanno invece deciso di sposare la linea proposta dall’Italia. Con la formazione di un fronte mediterraneo, cui partecipano anche Francia e Spagna, che sembra aver addirittura mandato in frantumi l’asse franco-tedesco.