Scienziati contro Renzi che chiede di riaprire fabbriche e scuole
Non è passata inosservata la richiesta avanzata da Matteo Renzi, tesa alla riapertura di fabbriche e scuole. Una presa di posizione che rischia di rivelarsi un boomerang per l’ex presidente del consiglio. Tra i tanti pareri contrari, anche quello degli scienziati, che hanno chiesto alla politica di non alimentare facili illusioni.
La reazione degli scienziati
Particolarmente veemente la presa di posizione arrivata dal mondo della scienza. Il primo a indirizzare i suoi strali contro Renzi è stato Pierluigi Lopalco, presidente del patto trasversale per la scienza. L’ordinario dell’Università di Pisa non ha avuto remore nel bollare alla stregua di una follia le dichiarazioni del leader di Italia Viva.
Cosa aveva detto Renzi
Le critiche del mondo scientifico sono rivolte alle dichiarazioni con cui Renzi ha evocato una riapertura di fabbriche e scuole il prossimo 4 maggio. Secondo l’ex premier, infatti, ove non si torni alla normalità si rischia di morire di fame, più che di Covid 19. Naturalmente la ripresa dovrebbe avvenire nel segno della sicurezza, ma secondo gli scienziati, al momento si tratta di una ipotesi assolutamente prematura.
Le critiche del mondo politico
A supporto degli scienziati è peraltro arrivato gran parte del mondo politico. A partire da Carlo Calenda, il quale ha affermato: “Caro Matteo Renzi, la tua dichiarazione è poco seria. Potremo riaprire quando la curva inizierà a flettere seriamente. Altrimenti il lockdown sarà stato inutile e dovremo riapplicarlo al primo riaccendersi di un focolaio.”
A lui si sono poi uniti Nicola Fratoianni e Gian Marco Centinaio. Secondo il primo, in questo momento non c’è bisogno di apprendisti stregoni. Per il senatore della Lega, invece, è ormai arrivato il tempo per Renzi di dare corso ad una sua vecchia promessa: ritirarsi dalla politica. Prima di farlo, però, la giornalista Selvaggia Lucarelli lo ha invitato a fare una ricognizione presso gli ospedali lombardi. Confermando il fastidio suscitato da una presa di posizione quanto meno discutibile.