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Economia

PIL in calo del 6,5%, secondo Prometeia

L’Italia rischia di pagare molto caro il conto del coronavirus. Secondo un rapporto di Prometeia, infatti, dovrebbe calare nell’ordine del 6,5% il PIL tricolore, nel corso del 2020. Un dato che da solo cumula quelli negativi fatti registrare nel biennio successivo allo scoppio della bolla dei mutui Subprime.

Il rapporto di Prometeia

Il rapporto di Prometeia si basa sulla previsione di una ripresa graduale delle attività a partire da maggio. In questo caso la flessione del PIL si attesterebbe al 6,5%, venendo solo parzialmente riassorbito dal biennio successivo. Nel 2021, infatti, si potrebbe registrare una crescita del 3,3%, cui si aggiungerebbe l’1,2% del 2022.

L’impatto sui conti pubblici

Secondo il centro studi bolognese l’Italia sarebbe una delle vittime più esposte al coronavirus. Il crollo del settore turistico metterebbe in crisi un gran numero di piccole e medie imprese, mentre i conti statali potrebbero tornare a peggiorare. Secondo Prometeia il debito pubblico potrebbe schizzare al 150%, rendendo molto complicato mettere in campo strumenti effettivamente capaci di incidere sulla crisi in atto.

La previsione di Innocenzo Cipolletta

Lo scenario prospettato da Prometeia, che spiegherebbe l’atteggiamento risoluto di Giuseppe Conte nel vertice europeo di ieri, è ancora più fosco di quello redatto da Innocenzo Cipolletta. Il presidente dell’Aifi, l’associazione che raccoglie i fondi di private equity, aveva infatti limitato al 5% il calo del PIL nel corso di quest’anno. Una previsione fondata sul fatto che se anche l’Italia dovesse uscire dalla crisi, ci starebbero per entrare quelli verso i quali esporta. Una previsione che andrebbe a confermare quanto sostenuto da alcuni analisti, ovvero la cecità di un modello tutto sbilanciato verso le esportazioni. Per favorire le quali è stato sempre più impoverito il mercato interno. Senza pensare che una crisi come quella ingenerata dal coronavirus avrebbe potuto inceppare l’intero meccanismo.

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